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#sconfinamenti linguistici. La lingua wolof

Abbiamo chiesto a uno spettatore e fotografo di raccontarci, in video, quali sono gli spettacoli di sabato 15 settembre, leggendo la lingua wolof.

La teoria dell’antropologa Dean Falk (Lingua madre, Bollati Boringhieri 2011) sostiene che, da un punto di vista filogenetico, il linguaggio sia nato in seno alla relazione madre-bambino. “Passando dalla posizione a quattro zampe abbiamo iniziato ad alzarci e a posare il neonato a terra per continuare la nostra pratica di raccoglitori di frutti, ed è allora che è nata la parola. La relazione che prima era fisica – corpi a contatto – diventa culturale attraverso il linguaggio.” Spiega chiaramente Sara Honegger nel suo contributo al seminario “La lingua quale approdo culturale”, Mercato Lorenteggio 23 giugno 2018, a cura di Dynamoscopio  insistendo sul fatto che il linguaggio sia una sorta di filo affettivo che, dopo aver legato il figlio alla madre e alla famiglia, lo lega alla comunità. E se comunità vogliamo essere, allora, proviamo a sconfinare linguisticamente, fino a chiamarci l’un l’altro e riconoscerci  almeno come componenti di una comunità culturale. Sabato 15 settembre siamo entrati così nella tappezzeria di Largo Spartaco e abbiamo incontrato Umberto, ecco il suo sconfinamento.

Raffaele Urselli (Phd in African Studies), che ringraziamo, ci ha raccontato qualcosa sulla lingua wolof.

Il Wolof appartiene alla famiglia linguistica niger-congo Kordonaniana (colore mappa: bianco), in particolare al ceppo dell’Atlantico occidentale

«La lingua wolof si è diffusa in Africa occidentale grazie all’espansione dell’Impero Diolof che, al suo apice di grandezza nel XVI secolo, riuscì ad imporre la sua lingua ad altre popolazioni della regione. Oggi è la lingua nazionale del Senegal, accanto al francese – a sua volta lingua d’élite delle amministrazioni – ed è utilizzata come lingua veicolare soprattutto nel mondo degli affari, per questo il Wolof viene spesso definito come “l’inglese dell’Africa occidentale”. Ricco di contaminazioni dall’arabo e dal francese, oggi il wolof si distingue come idioma delle popolazioni urbane, indispensabile per accedere ai contesti urbani. Wolof è
Parlato in Senegal, Gambia, Guinea, Guinea-Bissau, Mali, Mauritania».

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